Cristopher ci accompagna in un’esplorazione viscerale dei ricordi e delle domande irrisolte con “Ti ho mai fatto veramente male?”.
La canzone si addentra nei meandri del tempo, tra spettri del passato,
accuse silenziose e il dolore di un legame tramutato in cenere.
Una domanda centrale e insistente echeggia nel vuoto lasciato dal tempo,
cercando una verità nel silenzio.
Nei meandri del tempo che fugge
Come spettri di memorie mai sopite
Ti scorgo tra le pieghe del passato
Ove le nostre essenze si son smarrite
(Ti ho mai fatto veramente male?)
M’accusavi d’intessere trame di colpe
Come un tessitore d’inganni e rimpianti
Ma nel valzer delle nostre ombre inquiete
Danzavamo entrambi, anime erranti
(Ti ho mai fatto veramente male?)
Il tempo, implacabile alchimista
Tramuta l’oro dei ricordi in cenere
Non sono più quell’anima che conoscesti
E tu, eterea visione, sei ormai efemera
(Ti ho mai fatto veramente male?)
Ho mai davvero violato l’essenza
Del nostro sacro patto primordiale?
In questo vuoto che divora il tempo
Non merito quest’esilio esistenziale
(Ti ho mai fatto veramente male?)
Le nostre ambiguità si compenetravano
In una danza di spiriti affini
Mentre le incomprensioni germogliavano
Come spine tra petali divini
(Ti ho mai fatto veramente male?)
Il tempo plasma l’ineffabile
Persino l’amore più sublime
Si dissolve nell’eterno fluire
Come rugiada all’albeggiare prime
(Ti ho mai fatto veramente male?)
E mentre il sole declina sui frammenti
Di ciò che fummo, di ciò che mai saremo
Custodisco nel sancta sanctorum del cuore
La verità che nel silenzio estremo emerge:
T’ho amato con l’ardore dei poeti antichi
(Ti ho mai fatto veramente male?)
In questo lento disfarsi dell’essere
Come nebbia che si fonde con l’aurora Porto
con me l’essenza di quegli anni
E il dolore sacro di ciò che s’ignora
Dimmi la verità, ti ho mai fatto veramente male?
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